Alessia Placchi - SLI Participant in 2012
"My Summer School in China: How to fall in love with a Country and its people in 30 days"
Given that I’ve always loved to travel and discover new places, I have admit that before 2012 I was not eyeing China or Asia in general.
Over a year ago, walking through the halls of the university, almost by accident, my attention was cought by an ad 'Summer Law Institute in China'. Since I was looking for some good reason to move from Italy, this seemed to me the perfect opportunity to combine study and cultural journey.
After being selected for the 2012 edition, I spent six hectic months, alternating the enthusiasm of going abroad and having a unique experience, to the anxiety of living a month in a country far away from home, dealing with other students with different language and background. Moreover, to increase my cocktail of feelings, every day I received a lot of emails from Prof. Farah with an average of 2 or 3 attachments, containing the class documents, which I had the care (or perhaps the madness ...) to read and summarize diligently.
I had no idea what I would have found in Beijing, the people I would have known or even what kind of goals this experience would have helped me to succeed, but I was sure that it would have been interesting.
And in fact it has been. After a traumatic beginning (cause a super storm that greeted us on the first night in Beijing ...) lessons begun, and those lessons were followed by lunches with colleagues, cigarette/coffee breaks, the meeting at the hotel reviewing classes, the nights of hard team working to prepare the exposure for the next day and so on.
In a bit, everything had become familiar, classmates become friends, YanYuan Hotel our new home, Beida our new campus and Sanlitun our place of ‘perdition’.
Nothing was so deep and intense like that month at Peking University: study program was systematic, 8 – 18, sometimes also 19, classes became more and more intersting, teachers always available to clarify our doubts and lectures post-courses more involving.
Summer School completely upset my curriculum, after a month I understood that WTO and Intellectual Property Rights would have become the object of my thesis and China would have become my new home.
I arrived in Italy with the feeling, or rather certainty, that I would be back in Beijing soon, I felt that a month was not enough to capture the essence of this enormous country and its culture. For this reason I applied for an internship at the Italian Chamber of Commerce in China and in May I took a new flight leading to the ‘Far East’.
If you consider 6 month to be a quite long period of time, I can assure you that in Beijing is not the case. Here time flies and I learned how to manage the myriad stimuli that the city offers, from a dinner of jiaozi in the Hutong to a cocktail in one of the many roof top of Sanlitun, through a seminar with buffet at the Embassy.
While the internship at the Chamber has just partially contributed to my legal training, this experience has enriched me in many ways, especially giving me the opportunity to mature professionally and to convey to others the knowledge and skills acquired in these months.
The work in the Chamber is diverse, and for this reason also highly stimulating and challenging: I learned how to organize the team work, how to manage any kind of requests from market research to organizing events, how to draft contracts, how to attend a meeting, how to deal with businessmen and diplomats. And in all that, essential has been the contribution of my colleagues, Italian and Chinese, as well as the Secretary General, who personally taught me a great deal.
Last but not least, I had the opportunity to study Chinese, discovering the beauty of this language so ancient and charming.
In six months I had the possibility to expand my network on a professional level, setting the stage for what could be a future career in China, I had the great pleasure to travel and discover some of the wonders of this country, but most of all I met great people from different nationalities, each of them with a different story, with whom I shared a lot and that I'll miss once back in Italy.
Once again I will leave this city in the belief that will not be the last, but the first of many others…
Alessia Placchi
Lingua originale Italiana
Premesso che da sempre amo viaggiare e scoprire posti nuovi, devo ammettere che prima del 2012 il mio interesse non era esattamente rivolto verso la Cina o l’Asia in generale.
Oltre un anno fa, camminando per i corridoi dell’università, quasi per caso la mia attenzione fu rapita da un annuncio ‘Summer law Institute in China’. Essendo alla ricerca di qualche valido motivo per spostarmi dall’Italia, questa mi sembrò l’occasione perfetta per coniugare studio e viaggio culturale.
Dopo essere stata selezionata per l’edizione 2012, ho passato sei mesi di totale frenesia, alternando l’entusiasmo di partire e fare un’esperienza unica all’ansia di dover vivere un mese in un paese lontanissimo dove avrei dovuto confrontarmi con altri studenti preparatissimi e di nazionalità diversa. Ad incrementare il mio cocktail di sentimenti, ogni giorno arrivavano infinite mail del Prof. Farah con in media 2 o 3 allegati ciascuna, contenenti i materiali del corso, i quali ebbi la premura (o forse follia…) di leggere e riassumere diligentemente.
Non avevo idea di quello avrei trovato a Beijing, né di chi avrei conosciuto e neppure cosa avrei imparato da questa esperienza, ma ero sicura che ne sarebbe uscito qualcosa d’interessante.
E di fatto è stato così. Dopo un primo impatto che potrebbe definirsi traumatico(causa la super tempesta che ci accolse la prima sera a Beijing…), iniziarono le lezioni e con queste i pranzi assieme, le pause sigaretta/caffè, i raduni in hotel a ripassare le lezioni, le nottate di duro team working per preparare l’esposizione del giorno dopo e così via.
Nel giro di poco, tutto era diventato familiare, i compagni di corso erano diventati amici, il Yan Yuan Hotel la nostra casa, Beida il nostro nuovo campus, Sanlitun il nostro luogo di ‘perdizione’.
Nulla fu così intenso come quel mese alla Peking University, il programma di studio era sistematico, 8 -18 e a volte anche 19, le lezioni diventavano sempre più interessanti, i professori sempre disponibili a chiarire i nostri dubbi e gli incontri post-lezioni sempre più coinvolgenti.
La Summer School ha completamente rivoluzionato il mio percorso formativo, dopo un mese di lezioni avevo capito che WTO e Intellectual Property Rights sarebbero diventati l’argomento della mia tesi e la Cina sarebbe diventata la mia nuova casa.
Sono arrivata in Italia con la convinzione, anzi certezza, che sarei tornata a Beijing a breve, sentivo infatti che un mese non era sufficiente per cogliere l’essenza di questo immenso paese e della sua cultura. Per questo motivo ho fatto richiesta per lo stage alla Camera di Commercio Italiana in Cina e a maggio ho preso un nuovo volo diretto ad Oriente.
Se pensate che sei mesi siano un’infinità di tempo, vi posso assicurare che a Beijing non è così. Qui il tempo vola e ho dovuto imparare a gestire i mille stimoli che la città offre, dalla cena a base di jiaozi negli Hutong al cocktail su uno dei tanti roof top di Sanlitun, passando per un seminario con buffet in Ambasciata.
Se da un lato lo stage in Camera abbia solo in parte contribuito alla mia formazione giuridica, questa esperienza mi ha arricchito sotto moltissimi punti di vista, dandomi soprattutto l’occasione di maturare professionalmente e di trasmettere ad altri le conoscenze e abilità acquisite in questi mesi.
Il lavoro camerale è molto vario e per questo motivo anche altamente stimolante e impegnativo: ho imparato organizzare il lavoro di gruppo, a gestire richieste di ogni genere da ricerche di mercato a organizzazione di eventi, a stilare contratti, ad affrontare un meeting, a trattare con imprenditori e diplomatici. In tutto ciò fondamentale è stato il contributo dei colleghi, italiani e cinesi, nonché del segretario generale, da cui personalmente ho appreso moltissimo.
Infine, ma non certo meno importante, ho avuto l’opportunità di studiare cinese, scoprendo la bellezza di questa lingua così antica e affascinante.
In sei mesi ho potuto ampliare la mia rete di contatti a livello professionale, ponendo le basi per quella che potrebbe essere una futura carriera in Cina, ho potuto viaggiare e scoprire alcune delle meraviglie di questo paese, ma soprattutto ho potuto conoscere persone eccezionali di diversa nazionalità, ciascuna con una diversa storia alle spalle ma con cui ho condiviso tantissimo e di cui sentirò la mancanza una volta in Italia.
Anche questa volta lascerò questa città con la consapevolezza che non sarà l’ultima volta, ma la prima di molte altre….
Alessia Placchi
