Alessandro Rizzi - SLI Participant in 2012
"My summer school in China: much more than just a significant education experience"
Lingua originale italiana
For personal inclinations I am a fairly sedentary, attached to my world and environment, where I can give my best. From this premise I intend to start describing my experience in the last Summer Law Institute organized by Prof. Paolo Farah in Beijing during the summer 2012.
After initial hesitation due to the remoteness, to the "courage" needed to throw myself into a completely new experience and to the fear of clashing with a world too different from mine, I decided to present the application for the Summer Law Institute 2012. After being selected, I received a lot of material to prepare the lessons that I would have faced in a few month.
This is the first point I want to stress: the 'Executive Training Program' is really challenging. It is serious from the point of view of workload and participation required (some days we entered the classroom at 8:00 am to get out at 19.00 pm!). This is the main key of the success of this experience: it is not a half-day learning activities program shrouded in a holiday atmosphere! The Summer Law Institute is a serious matter: you must prepare it well! You will take part of a long lessons program taught by professors of different nationalities and backgrounds - joined by experts from different fields who come to report on their professional experiences in China. You will work on case studies and oral group presentations even until late night! The good aspect is that all this will not be a burden for you! You will be absorbed in a highly stimulating international atmosphere, you will be raptured by the work in class and you will be eager to give your best: there is no room for tiredness! Finally, as always in life, hard-earned things are the most satisfactory and the Summer Law Institute is a continuous flow of satisfactions.
Then there is the human aspect. The Summer Law Institute allows you to stay in close contact with people coming from other countries. Meeting people from all over the world in the post-lesson session to prepare for an assignment is very different from just sitting together to listen the same lesson. It creates a priceless atmosphere of mutual sharing. Comparing your approach with the one of people from other parts of the world, you would extend your background even more than in an entire university’s semester. Those improvised brainstorming in the hotel’s rooms are one of the things that I hold with more pleasure. Those places were transformed into forges of ideas, thoughts, opinions and positions, often different from each others, sometimes conflicting, but always interesting and never banal: this team working and this healthy competition have enriched everyone beyond our best expectations.
Finally, there is the cultural side. The Summer Law Institute is definitely demanding, but it does not preclude the possibility to discover Beijing and its inhabitants. Staying in close contact with a people so different from your own, and just crossing the charming campus of Peking University to go to class, allows you to breathe as in another world. You will sometimes run into misunderstandings – that is ordinary when there is a language, cultural and geographical barrier – but always with a deep mutual respect. Chinese people are friendly, polite, reserved but at the same time available for you, and they will always try to help you solve the thousands of little difficulties you might have. And then there is China: a fascinating country! I have only been able to visit Beijing and I have been enthralled. With China it has certainly been a 'see you soon'.
To resume the introductory thought, I am disappointed. I am disappointed in myself because I had so many doubts about taking part or not to the Summer Law Institute, and so I ran the risk of losing such an amazing experience. Fortunately I made the right choice and I am indescribably happy of having taken part in this experience that has enriched me in an unthinkable way.
I would direct a final special thanks to Professor Farah and his collaborators for the organization of this experience.
May 2013
Lingua originale italiana
"My summer school in Cina: molto più che un’importante esperienza formativa"
Per propensione personale sono una persona abbastanza sedentaria, legata al mondo e all’ambiente che conosce e dove riesce ad esprimersi al meglio. E’ da questa premessa che intendo partire nel descrivere la mia esperienza all’ultimo Summer Law Institute organizzata dal Prof. Paolo Farah a Pechino nell’estate 2012.
Dopo indecisioni iniziali dovute alla lontananza, al “coraggio” nel buttarsi in un’esperienza per me completamente nuova e alla paura di scontrarmi con un mondo troppo diverso dal mio, decido di presentare l’application per il Summer Law Institute 2012. Dopo essere stato selezionato, ricevo moltissimo materiale per preparare le lezioni che avrei affrontato di lì a qualche mese. E questo è il primo punto che vorrei sottolineare: l’ Executive Training Program a cui si prende parte è veramente impegnativo. Impegnativo sotto il punto di vista del carico di lavoro ed impegnativo sotto il punto di vista della partecipazione richiesta (certi giorni siamo entrati in aula alle 8.00 per uscirne alle 19.00!). E questo è il fattore determinante della buona riuscita dell’esperienza: non si tratta di attività di studio-formazione di mezza giornata, a ritmi blandi e ammantati da un clima vacanziero! La Summer School è una cosa seria: bisogna prepararla bene, partecipare a lunghe lezioni in lingua tenute da professori di diversa nazionalità e formazione – affiancati da esperti di diversi settori che vengono a raccontare le loro esperienze professionali in Cina – e lavorare su casi pratici ed esposizioni orali di gruppo anche fino a notte fonda! La cosa positiva è che tutto questo non vi peserà! Sarete immersi in un contesto internazionale altamente stimolante, sarete rapiti dai lavori in classe e vorrete dare il meglio di voi. In pratica: non ci sarà spazio per la stanchezza! E poi, come sempre nella vita, le cose più sudate sono anche le più appaganti. E la Summer School, di soddisfazioni, ne produce a ciclo continuo. Gli argomenti trattati hanno suscitato in me così tanto interesse da avermi convinto a fare la tesi di laurea proprio su un argomento riferito agli Intellectual Property Rights.
C’è poi l’aspetto umano. La Summer School, anche a causa dei lavori pratici e di gruppo, ti mette a stretto contatto con persone di altri paesi. Un conto è sedersi in aula con un africano o un cinese per ascoltare la stessa lezione, un altro è incontrarli nel post-lezione per preparare un lavoro. Si crea un clima di reciproca condivisione e arricchimento veramente impagabile. Confrontare la propria impostazione logica e giuridica con quella di ragazzi di altre parti del mondo ti plasma come non riuscirebbe a fare un intero semestre di università. Quei brainstorming improvvisati nelle stanze dall’albergo sono una delle cose che porto con me con più soddisfazione di questa esperienza. Quei luoghi si trasformavano in fucine di idee, pensieri, posizioni e opinioni, spesso tra loro diverse, magari anche configgenti, ma sempre interessanti, mai banali: questo team working e questa sana competitività ha arricchito tutti quanti oltre le nostre più rosee aspettative.
Infine c’è il lato culturale. La summer school è sicuramente impegnativa, ma non preclude alla possibilità di scoprire Pechino e i suoi abitanti. Stare a stretto contatto con un popolo tanto diverso dal proprio, anche solo attraversare l’affascinante campus della prestigiosa Peking University per dirigersi a lezione, permette di respirare un altro mondo. Fatto talvolta di incomprensioni, fisiologiche quando c’è la barriera della lingua e di migliaia di chilometri di distanza, ma sempre nel solco di un profondo rispetto. I cinesi sono veramente gentili, educati, riservati, ma al tempo stesso disponibili e cercano sempre di aiutarti a risolvere le mille piccole difficoltà che potresti incontrare. E poi c’è la Cina: un paese affascinante! Io ho potuto visitare solo Pechino e ne sono rimasto ammaliato. Quello con la Cina è sicuramente stato un arrivederci.
Per riprendere il pensiero introduttivo sono contrariato. Lo sono dall’aver avuto così tanti dubbi sul partire o no, dall’aver corso il rischio di perdermi un’esperienza del genere. Fortunatamente ho fatto la scelta giusta e sono indescrivibilmente contento di aver preso parte a questa esperienza che mi ha arricchito in un modo per me impensabile.
Un ringraziamento conclusivo vorrei indirizzarlo al Prof. Farah ed ai suoi collaboratori per l’organizzazione, nonché ad ALGIUSMI per avermi dato la possibilità di raccontare la mia esperienza e aver premiato la stessa con un contributo economico.
Maggio 2013